Di romanzi e delle loro anime
Di Spiriti e Polvere è (quasi) in libreria: ma che viaggio che è stato
L’uscita di un nuovo romanzo è sempre un’emozione enorme, ma in questo caso, lo ammetto, per me lo è ancora di più. Anche più del mio esordio, sì. Oggi ti racconto una storia, su cosa a volte può esserci dietro la scrittura di un romanzo e sul perché vedere Di Spiriti e Polvere nella sua forma compiuta è un traguardo personale che voglio celebrare.
Ho raccontato alcuni mesi fa di quanto sia stato travagliato il mio percorso di scrittura e poi pubblicazione di Di Cenere e Ombra: questo è il seguito di quel percorso.
Una volta finita la stesura di Di Cenere e Ombra, mentre ancora attendevo risposte e cercavo gli spazi giusti per la sua pubblicazione, ho iniziato subito a lavorare sulle premesse e sui primi capitoli del secondo e ultimo volume della storia, in quel momento ancora senza titolo (era, molto affettuosamente, solo ‘DCeO2’).
Ecco però quello che solo poche persone sanno e che ha finito per cambiare radicalmente l’anima del romanzo che è diventato Di Spiriti e Polvere. Succede che non sto più bene. Non stavo più bene da molto, ma il malessere accumulato per anni infine esplode in un burnout acuto fatto di attacchi di panico giornalieri, insonnia, depressione, nebbia mentale ed episodi di agorafobia, che mi ha completamente stravolto la quotidianità e ha messo in discussione diverse traiettorie che credevo già definite. Ci sono volute tante cure e tanti cambiamenti, prima di iniziare a stare meglio.
Ricominciare a scrivere, una delle cose che più mi dava gioia e che questo periodo orribile mi aveva tolto, non è stato facile. Ho ripreso pian piano, con alcuni racconti e idee per nuovi romanzi. Ma non ‘DCeO2’. Ci ho provato, ma per qualche motivo tornare lì faceva ancora troppo male. E poi i rifiuti si accumulavano, quindi che senso aveva?
Quando, a fine 2020, assolutamente fuori tempo massimo, ricevo la proposta di pubblicazione per la saga, sono incredula, emozionata, terrorizzata.
“Il secondo volume a che punto è?”
“È già iniziato (cosa vera). Sono quasi a metà (‘quasi’ è la parola chiave).”
“Puoi finirlo in qualche mese?”
“Certo! (🤡)”
Ho appena promesso che avrei consegnato entro pochi mesi la prima bozza di un libro che non tocco da due anni? Sì. Panico.
Mi metto al lavoro. Con pazienza, costanza e un po’ di timore riprendo le fila. Le 40mila parole già scritte sono un disastro. C’è anche del buono, certo, ma è chiaro che hanno tanto bisogno di lavoro. Soprattutto, non so più quale sia l’identità di questo romanzo, quello che volevo dire. Il motivo è semplice: la Valentina che lo aveva iniziato, prima di stare male, non è la stessa Valentina che adesso deve incollare il sedere alla sedia, terminarlo e consegnare.
Ho sempre pensato che i romanzi siano entità vive, almeno quanto chi li scrive. A volte la loro anima ti è chiara fin dal principio, altre invece per trovarla devi scavare in posti in cui neanche tu volevi davvero andare. Di Spiriti e Polvere mi ha costretto a scavare.
Ho pianto spesso durante la stesura, per la rabbia e per la frustrazione. “Non sarò mai capace. Sarà un disastro. Non sarò mai capace.” Ho disfatto scene, le ho rimesse insieme, ho passato un mese intero, mentre la scadenza incombeva, senza riuscire a spremere fuori niente. Però ho continuato a scavare, a pormi domande e a cercare risposte - finché un giorno tutti i pezzi sono andati al proprio posto e ho visto la storia nel suo insieme, dagli inizi fino alla fine. Ho visto l’anima, insomma. Da lì, è stato tutto più facile (facile quanto può esserlo sputare fuori 3-4mila parole al giorno mentre cerchi di ignorare il senso di inadeguatezza, ma ci siamo capitɜ).
Oggi penso che la Valentina pre-burnout non sarebbe stata in grado di scrivere questa storia. Troppo grande, troppo ambiziosa: non per i sei diversi punti di vista e le tre trame principali da intrecciare e far poi convergere e cadere come tessere di domino, ma per le troppe cose scomode in cui dover scavare. La Valentina che ha passato quel periodo tremendo e pian piano ne è uscita, invece, sì.
Mi sono chiesta spesso negli ultimi mesi se Di Cenere e Ombra e Di Spiriti e Polvere abbiano due anime diverse e se lɜ lettorɜ lo avvertiranno e ne resteranno delusɜ. Forse. Può essere. Io però, vedendoli insieme nella mia libreria, vedo due anime che sì, hanno delle differenze, ma sono comunque l’una il naturale proseguimento dell’altra. Perché se Di Cenere e Ombra è, in fin dei conti, un romanzo sulla paura, Di Spiriti e Polvere è un romanzo sulla guarigione da quella paura.
Ecco perché la sua uscita mi emoziona così tanto. Scrivere Di Cenere e Ombra è stato un gioco. Scrivere Di Spiriti e Polvere è stata una sfida e una scommessa.
L’ho vinta? Chissà. Ma è bello vederla compiuta.
Ti sei chiestə che aspetto hanno Eidinn e il Continente?
Devi sapere che il mio senso dell’orientamento è praticamente inesistente, al punto che tra chi mi conosce bene c'è questa battuta ricorrente su come io sia capace di perdermi anche nelle strade dietro casa (anche perché non è una battuta. È un fatto, ahimè, accertato in diverse occasioni). Proprio per questo, però, quando scrivo ho un bisogno maniacale di avere sempre sottomano le mappe delle ambientazioni che creo, anche se solo stilizzate, altrimenti il rischio di perdermi e confondere l’Est con l’Ovest è sempre dietro l’angolo.
Queste sono le mappe che ho abbozzato e usato come riferimento durante la stesura dei Discendenti. Sono molto grezze e funzionali, viste le mie limitate capacità illustrative, ma sono un ‘dietro le quinte’ che mi faceva piacere condividere.
Alla mappa di Eidinn sono particolarmente affezionata, perché ricordo di averla disegnata a mano, una sera d’estate, sul retro del cartone aperto di una confezione di pasta, mentre mio marito teneva il conto di tutte le location che dovevano comparire in scena.
Esiste in teoria anche una pianta del Palazzo del Consiglio che mi è stata indispensabile per capire come muovere i personaggi in determinate scene, ma è su un foglietto sporco e stropicciato, quindi, per questa volta, la risparmio.
Spero che ti sia piaciuta questa piccola sbirciata dietro le quinte del romanzo, nei suoi luoghi e nella ricerca della sua anima. Se ti va di lasciare un cuoricino o un commento, ne sono sempre felice.
Alla prossima, ✨ -Vale